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Santuario di Re "Madonna del Sangue"
Santuario di Re "Madonna del Sangue"
Santuario di Re "Madonna del Sangue"
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Descrizione
Nei cento anni successivi al miracolo non fu possibile costruire quel" maestoso tempio", cui si fa cenno nella pergamena del Crespi, a causa delle tristissime vicende politiche ed altre calamità, previste nella pergamena del Romano.
Già sette anni prima del miracolo la Valle che apparteneva al Ducato degli Sforza dato in feudo ai Borromei, era stata saccheggiata e depredata dai Vallesani e per tutto il secolo XVI risentirà del passaggio nell'Ossola degli eserciti francesi e spagnoli e dei tentativi insurrezionali di scacciare lo straniero; e subirà, oltre le vessazioni militari, anche quelle fiscali imposte dai padroni di turno, in particolare dagli spagnoli.
Inoltre dal 1513 al 1530 per ben cinque volte il flagello della peste decimò le popolazioni.
Alla fine del XVI secolo si aggiunse la piaga del brigantaggio. Solo nel 1596 il venerabile Bescapè, vescovo di Novara, nella sua prima visita pastorale, dà un impulso decisivo al culto della Madonna del Sangue.
Decreta delle disposizioni severe relative alla custodia dell'immagine e delle reliquie del sangue; con una lettera invita i Vicari foranei della diocesi a far conoscere e venerare la Madonna di Re; e sollecita la costruzione di un tempio degno del miracolo.
Nel '700 viene costruito attorno all'affresco del miracolo il pregevole altare di marmo intarsiato con balaustra semicircolare, proveniente dalla scuola lombarda.
L'altare è stato concepito come nicchia per incorniciare l'affresco e come trono della Madonna per tributarle quel debito di onore e di amore quale Madre di Dio e Madre della divina Grazia.
Due angeli di marmo bianco stanno in adorazione ai fianchi dell'affresco, mentre sulla cuspide dell'altare sei angioletti in composizione ovale sorreggono alla sommità una corona per la regina del cielo e della terra.
Vi ritorna nel 1603 ma trova le cose come le aveva lasciate e richiede che si faccia almeno un "vestibolo" attorno all'immagine del miracolo.
Nella terza visita del 1609 in una breve relazione manifesta la sua "consolazione" nel vedere che "la fabbrica di questa chiesa della Vergine faccia progressi grandi".
Nel 1627 in Vescovo Volpi può consacrare e inaugurare il Santuario di stile corinzio ad una sola navata.
La parte più ardita del tempio è sicuramente la cupola; si presenta maestosa, sormontata da quattro vigili torri, agli occhi stupiti dei turisti che si affacciano, d'improvviso, al grandioso spettacolo, provenienti delle Centovalli Svizzere e dal versante italiano. Si eleva nel cielo con spettacolare maestoso ardimento fino all'altezza di 51 metri.
E' indubbiamente un pregevole lavoro di architettura che crea una nota di particolare eleganza nel complesso armonioso della costruzione.
L'immagine della Madonna di Re raffigura con uno stile romanico bizantineggiante una delle Madonne del latte, assai diffuse nel periodo tra il XIII e il XIV secolo. Seduta in trono con Gesù Bambino benedicente sulle ginocchia, la Madonna è rappresentata nella sua funzione di madre-nutrice del Figlio di Dio, nella mano destra ostenta tre rose, il "fiore delle vergini" e il simbolo del Rosario.
Ai piedi dell'immagine un cartiglio annunzia il significato teologico della missione di Maria: "In gremio Matris sedet sapientia Patris" ("In grembo alla Madre stà la sapienza del Padre"), espressione tipica dei Padri della Chiesa, non estranea alla cultura classica pagana.
La devozione popolare vedeva anche nel seno della Vergine un segno di protezione e di buon auspicio rivolto alle puerpere in tempi in cui non si trovavano "succedanei al latte materno".
Il pittore della Madonna di Re è anonimo non avendo lasciato la firma né su questo affresco né su altre opere da lui dipinte con uguali caratteristiche sia in Ossola che fuori. A preferenza di pittori celebri, è stato scelto dalla Provvidenza a "creare" un'immagine che sarà strumento di grazia e avrà larga diffusione in Italia e all'estero. Soprattutto nelle case della Valle Vigezzo, della Valle Cannobina, del Lago Maggiore e del Canton Ticino l'Immagine della Madonna del Sangue ha un posto di onore; inoltre la sua figura con la stimmate inconfondibile del sangue appare dipinta dovunque sui muri esterni delle abitazioni e sulle umili casere degli alpeggi.
Grazie all'emigrazione vigezzina prevalentemente di spazzacamini, peltrai, rivenditori ambulanti, pittori e gioiellieri, l'immagine della Madonna del Sangue è giunta nei vari cantini svizzeri, nel Tirolo, in Ungheria, in Austria, in Cecoslovacchia e fino alle Americhe.
A S. Paolo di Appiano (Tirolo) nel 1875 è stato eretto un Santuario dedicato alla Madonna di Re; presso Ginevra in una cappella a Perlj la Madonna del Sangue è stata riprodotta in una grande vetrata di Alexandre Cingria; così pure sulla porta di legno del tabernacolo della chiesa di Semsales in una scultura policroma, opera di Marcel Feuillat.
In Ungheria esistono due santuari dedicati alla Madonna del Sangue: a Budapest e Gorcsonj.
Modalita di Accesso
Accesso libero durante le funzioni religiose
Dove
Via Locarno n.4
Contatti
Telefono:
0324.97016
Pagina aggiornata il 03/04/2024 10:39:00
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